Guarda ma non vede

Posted by Autore On 08:41 0 commenti

Accade più spesso di quanto credi. Ti fermi, così, senza un reale motivo. Arrivi al punto in cui senti che devi prenderti una pausa: e allora ti allontani da lui, spesso ti metti comodo e inizi a fissarlo. Guardi quella specie di ritratto e cerchi di capire dove stai sbagliando. Immagini come dovrebbe essere, o meglio, come vorrebbe essere: già perché tu lo sai che non esserne l'autore, evidentemente lui esisteva già nella tua fantasia e tu sei solo il tramite con cui viene impresso sulla carta. In fondo non hai creato nulla. E allora lo guardi e cerchi di capire perché non ti piace. Naturalmente potresti usare questa scusa per alzarti e portare le tue carni altrove; tuttavia non lo fai. Rimani lì e lo fissi, con fare quasi di sfida non distogli lo sguardo. Potresti quasi dire di guardare in uno specchio..e allora insisti ed in quei tratti trovi qualcosa di familiare. Sicuramente non vedrai nulla sino alla sua conclusione, ma quel foglio riporta un'idea già vista e rivista. Forse è per quello che ti piace fissarla, forse racconta di te, e lo fa a te stesso. Un rapporto a due, intimo come un bacio lieve prima del sonno. Hai appena preso coscienza della cosa quando questa ti riporta alla realtà e sei quindi costretto a continuare il disegno: "che noia" penserai ma ringrazierai quella pausa per avervi presentato. 

Giorno 0

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Ebrenenha segna il confine, limite di transeunte vanità ed umane virtù: eco del penitente il capo, del re l'azzoppato passo, del vile il riso.
Qui rivive e vive.
Ogni cupidigia contesa issa virtù, la sfiora, simile a lei giunge lieve, impenitente.
E' ebrenenha a sceglierci quando noi, vani vassalli di quel libero arbitrio, crediamo ancor oggi il contrario.

prova

Posted by Autore On 06:20 0 commenti